Cessole

Comune di Cessole

Davide Gamba,  
2016-11-05 15:33:04

LA STORIA

Cessole: c'è il sole. Così recita la propaganda di campanile, anche se sembra più probabile che il nome di questo paese derivi da un patronimico abbastanza frequente tra i Liguri Stazielli, antichissimi abitatori della zona, vinti dai Romani verso il 173 avanti Cristo: Cissus, il cui diminutivo Cissolus prese poi la forma di Cessolae e Cessule nel toponimo latino la cui cadenza si ritrova pari pari nella forma dialettale.

Di certo sappiamo che occorre attendere il 1142 perché Cessole entri ufficialmente nella storia. In quell'anno insieme a molti altri territori e castelli appartenenti dal contado Albese sotto la protezione di Bonifacio del Vasto (marchese di Savona, discendente per quarta generazione di Aleramo) passava in eredità al di lui figlio Bonifacio Minore, così chiamato per distinguerlo dall'altro figlio Bonifacio Maggiore, marchese di Incisa. Bonifacio Minore fu il primo Marchese di Cortemilia e morì senza prole: il Marchesato andò allora in possesso di un altro suo fratello, Enrico marchese di Savona e Del Carretto, che nel 1191 fece atto di fedeltà al Comune di Asti. Caduta la repubblica di Asti, Cessole si resse da sé fino al 1315, quando Manfredo marchese di Saluzzo lo conquistò con le armi, vendendolo poi agli Scarampi, signori astigiani, che a loro volta lo cedettero al Re di Francia spadroneggiante in Asti e infine ne ritornarono in possesso, dopo una contesa con i Busca, nel 1436.

Il trattato di Cherasco, stipulato nel 1631, assegnava definitivamente il borgo ai Duchi di Savoia, nella cui orbita e predominio sarebbe poi rimasto. Il feudo di Cessole continuò ancora a cambiare 'titolare': per successivi matrimoni venne in possesso del marchese Scaglia Augusto conte di Verrua, la cui famiglia poi lo vendette nel 1775 al conte Onorato Spitalieri di Nizza Marittima.

Ma non sempre in quegli anni così movimentati tuonò il cannone da queste parti e alcuni episodi mettono bene in luce aspetti inediti di vita quotidiana. Correva l'aprile del 1640, l'annata già si delineava di fame, come e forse più delle precedenti, non soltanto per i motivi politici, le incursioni militari, ma anche per le tardive brinate, la prolungata siccità e la grandine copiosa. I nobili Sindaci e Consiglieri ritennero di poter alleviare gli stenti del popolo 'quando un po' di commercio e concorso di gente anche dal di fuori si fosse richiamata al paese, con un giorno di mercato alla settimana e due fiere l'anno'. Il medesimo verbale comunale osserva che 'non essendovi alcun guadagno per il sostegno del popolo, ed acciocché avendo li particolari del luogo robbe e bestiami, in tali giorni li venderanno, e potranno fornirsi in loco dai negozianti forestieri per quelli generi si trovino mancanti.'

 

PRESENTAZIONE

La strada di fondovalle non rende merito della bellezza rustica di Cessole. Dovete inerpicarvi su per la vecchia via tortuosa e stretta che affianca le case dei signori antichi fino a sbucare nella piazzetta della chiesa, dove si apre la loggia del primo mercato di valle e dove termina, la notte di Natale, la complessa rappresentazione del Presepe Vivente.  

Di qui lo sguardo spazia sulla collina di fronte, verde di boschi e noccioleti, dove si erge la silhoutte inconfondibile della Madonna della Neve - o d'la Cuca - tradizionale appuntamento devozionale e gastronomico (i famosi ravioli del plin serviti al tovagliolo) per tutta la valle.

L'intero centro storico di Cessole ha mantenuto caratteri di schietta impronta medioevale ed è particolarmente suggestivo la sera, quando una accorta illuminazione mette in risalto pietre, archinvolti, muri in pietra a secco.  

Il borgo culmina con una casaforte già destinata ad usi militari e poi ad abitazione, da dove si diparte un tratto di sternìa che sale verso la collina.

Il paese è dominato dalla mole imponente della parrocchiale, ardita costruzione settecentesca progettata da Giacomo Carretto, architetto allievo di Juvarra, che seppe risolvere genialmente il problema del dislivello collinare costruendo due edifici, uno sull'altro. L'edificio superiore è la parrocchiale, sotto il titolo di Nostra Signora Assunta, ricca di fastose decorazioni barocche, mentre quello inferiore è l'oratorio della Confraternita dei Battuti.

Ad esso si accede tramite una scenografica porta laterale oppure direttamente dall'interno, mediante una scala a chiocciola in pietra. 

Nell'Oratorio, tra le altre cose, si conservano vari pannelli di una bella Via Crucis del XVI sec.

Nel Borgo che si è sviluppato lungo la provinciale di fondovalle si trovano le attività commerciali e artigianali. La vigilia di Natale, il borgo antico di Cessole si anima per la raffigurazione del presepe vivente di Langa. Tra le altre feste, quella delle frittelle - terza domenica di maggio - con sfilata contadina.

In paese ha sede il Club Fiat 500 Valle Bormida, che conta varie migliaia di soci in tutta Italia. In regione Oltrebormida vi sono la chiesa di Sant'Alessandro, di leggiadre forme barocche, ed il laboratorio di erboristeria nel quale si preparano le essenze di erbe per la produzione di uno squisito elisir.

Inoltre in paese è stata avviata un'attività-pilota nel campo della stagionatura e della vendita della Robiola di Roccaverano dop, che qui annovera importanti produttori.

la lapide che ircorda lIntanto alla torre e al castello di Cessole era stata affissa una grida del Marchese di Spigno, con la quale il nuovo feudatario annunciava l'istituzione a Spigno, in data 23 novembre 1639, di una fiera franca, esente cioè da dazio, dogana e altri balzelli. Incoraggiati da queste notizie e spinti dalle urgenti necessità del paese, gli amministratori cessolesi si riunirono il 1 maggio 1640, incaricando Henrietto Negro di presentare personalmente al Marchese di Spigno la seguente supplica: 'Sendo il luogo immune e franco, come consta da investitura imperiale, essere bene sollecitare da S.V. Ill.ma per ottenere di poter fare mercato un giorno la settimana, al mercore, essendo il più congruo alle terre circonvicine, per non disturbare li altri mercati che si fanno lontano otto milia. Come anco di poter fare fiera franca al 26 agosto a Sant'Alessandro, e al 1 maggio, festa dei Santi Apostoli Giacomo e Filippo'. Fu questo il primo mercato che venisse aperto in Valle Bormida e precisamente nel giugno 1640.

 

COSA VEDERE

Dalla chiesa di Sant'Antonio da Padova, alla sommità del centro storico, salendo da destra, si trova il "cimitero vecchio", come gli anziani chiamavano ancora questa località. Sul cocuzzolo rimangono le fondamenta dell'antica torre. Tutt'attorno si ergeva il castello di Cessole. La sua estensione non doveva essere tanto breve e ristretta, come sembrano far credere le attuali condizioni del luogo.  Le tracce di mura che ancora si rinvengono qua e là, da un capo all'altro, fanno pensare invece a una costruzione piuttosto ampia e massiccia.

Il castello doveva essere ben fornito di aperture e comunicazioni anche segrete. Fino a non molti anni fa esisteva ancora un cunicolo che dalle prime case del quartiere portava fin sotto i resti della torre. L'abitato era poi ben definito e racchiuso nelle mura che si estendevano al di sopra della chiesa di Sant'Antonio con la Porta Soprana, scendevano a ovest, come ancora risulta dagli avanzi emersi di tanto in tanto dagli scavi del terreno, e terminavano all'attuale arco di casa Brezzo con Porta Sottana. 

Nel recinto delle mura si svolgeva tutto il movimento del paese; qui abitava la maggior parte della popolazione, specialmente le famiglie più distinte, non essendo allora la piana di Bormida per nulla abitata. La prima casa, l'unica di epoca piuttosto remota che vi fu costruita, risale infatti al 1627. 

Sotto al castello vi erano già delle case, le prime botteghe, la censa. Ai lati della porta di questa, verso la strada, ora murata, sotto le due pietre di travertino sporgenti, che ancora esistono, sembra venissero affisse le ordinanze e i manifesti delle autorità.

 

Informazioni tratte dal sito del Comune di Cessole







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